TERRAMARA

Cavallerizza Reale – Maneggio
13 ottobre 2013 | ore 21,30 [durata da definire]

Progetto RIC.CI
Reconstruction Italian Contemporary Choreography anni Ottanta-Novanta

ideazione e direzione artistica Marinella Guatterini
assistente alla direzione artistica Myriam Dolce

TERRAMARA – 1991/2013
coreografia Michele Abbondanza
con Eleonora Chiocchini, Francesco Pacelli
produzione 1991 Drodesera, Centro Servizi Culturali Santa Chiara
produzione del riallestimento 2013 Compagnia Abbondanza Bertoni
in collaborazione con Amat – Associazione Marchigiana Attività Teatrali, Arteven Circuito Teatrale Regionale Veneto – Città di Venezia – Assessorato alle Attività Culturali, Teatro Pubblico Pugliese
in coproduzione con Fondazione del Teatro Grande di Brescia, Fondazione Fabbrica Europa per le arti contemporanee, Fondazione Milano Teatro Scuola Paolo Grassi, Fondazione Ravenna Manifestazioni, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Torinodanza

 

L’incontro di Michele Abbondanza e Antonella Bertoni a Parigi nel 1988 segna l’inizio di una collaborazione artistica che porta alla fondazione della Compagnia Abbondanza Bertoni. Abbondanza, dopo la formazione newyorkese con Carolyn Carlson, è tra i promotori di una delle esperienze fondamentali per la coreografia italiana, la fondazione nel 1984 della compagnia Sosta Palmizi.In questi anni il danzatore-coreografo si fa notare da pubblico e critica, ma è nell’incontro a Parigi con Antonella Bertoni che prende vita una delle compagnie italiane che hanno saputo realizzare spettacoli per un pubblico estremamente allargato, giungendo a vincere con Romanzo d’infanzia il Premio ETI/ Stregagatto 97/98. Il loro primo spettacolo come coppia artistica e di vita nasce nel 1991: Terramara. Così lo descrive Francesca Pedroni:

«Una storia d’amore danzata come impegno quotidiano comune, un sentimento da giocarsi non solo nel tempo segreto degli amanti, ma nel tempo comunitario del lavoro. Tra gerle piene di arance da svuotare e riempire, fascine di paglia da spostare, assolati campi immaginari da percorrere durante i mesi del raccolto. Una danza di sguardi, prese e contatti, in cui la “terramara” del titolo (dal latino “terra mala”, ovvero depositi a cumulo di terra grassa e nerastra, costituito dagli avanzi di vaste stazioni preistoriche) crea l’immagine di una secolare stratificazione di quella natura creatrice (le centinaia di arance rovesciate in scena) da cui anche noi deriviamo e a cui torneremo».

Terramara costituisce il terzo momento del Progetto RIC.CI.

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