TRE | Teatro Regio Torino – 6 settembre 2016
Corpi che si muovono con la precisione delle spade dei samurai. Gambe, braccia e schiene che si stendono e flettono creando forme nello stesso istante in cui le distruggono. Sensualità plastica e chirurgica dei gesti che lascia negli occhi il desiderio che la danza non finisca mai. Tre di Ohad Naharin è una creazione in tre pezzi del 2005 creata per la Batsheva Dance Company, la compagnia israeliana di cui è coreografo e direttore artistico.
I danzatori si muovono secondo i principi di “Gaga”, che si basa sulla comprensione individuale del corpo e dei suoi limiti e invita a trascenderli liberando agilità, personalità e connessioni metafisiche. Il risultato è sorprendente: la qualità del movimento esprime valori ed emozioni che diventano bellezza inafferrabile e inaspettata che incolla i sensi al palcoscenico per 60 minuti. Nel primo quadro, Bellus, l’intera compagnia crea una sinfonia umana sulle Variazioni Goldberg di Bach eseguite da Glenn Gould, articolando una serie di sequenze a onda. Gli impulsi partono dai piedi che creano un suono nella terra e che vibra nei corpi generando il movimento. I passi rispondono alla musica riempiendo i vuoti sonori fra virtuosismi e sorprese. Humus è un intenso unisono, ipnotico e incantatorio, tutto al femminile su musica di Ohad Fishof, la cui forza sta proprio nel creare un unico organismo perfettamente sincronizzato che si sposta in zone diverse dello spazio, riempiendolo tutto. La forza del corpo di ballo non annulla la potenza dei singoli gesti ma la moltiplica all’infinito. Chiude lo spettacolo Secus, il pezzo più lungo, in cui la coreografia diventa un disegno geometrico mosso da un eclettico miscuglio musicale pop ed elettronico. Si compone sotto i nostri occhi increduli un alfabeto umano fatto di corse, assoli, gesti tersi e puliti, duetti interrotti, che, attraverso calci precisi e improvvisi, sinuose disarticolazioni delle anche, torsi che si piegano in tutte le direzioni come gomma da plasmare, esprime emozioni e sentimenti puri senza diventare sentimentale. Gioia, vulnerabilità, paura, innocenza, confusione e rabbia tessono una tela armonica e dinamica che oscilla fra delicatezza ed esagerazione. Il percorso non idealizza mai uomini e donne ma li racconta nel loro essere profondamente umani. Lo spettacolo risuona negli spettatori lasciati liberi di interpretare un lavoro affascinante e multidimensionale. Lasciando il teatro si sentono vibrare, come un’eco, lo stupore e la meraviglia.
Bodies that move with the precision of samurai swords, legs that stretch and bend creating forms but also destroying them, sensually plastic and surgical gestures. In this threepart work created by Israeli choreographer Ohad Naharin in 2005 for the Batsheva Dance Company, the principles of the “Gaga” technique resonate before our eyes, requiring us to understand the body and its limits, releasing agility and personality. Bellus, in particular, is a human Symphony on Bach’s Goldberg Variations; Humus is an intense, all-female unison and Secus is a geometric pattern that creates an alphabet of gestures and emotions, narrating the human depths of men and women.