Torinodanza 2014 / Un racconto diverso
Il 2014 è per Torinodanza il punto d’arrivo di un percorso. Abbiamo compiuto uno sforzo significativo per disegnare un festival curioso e appassionante, per accogliere nel nostro progetto tantissimi complici attivi tra Torino e il Piemonte, e per sviluppare una dimensione internazionale integrata in politiche culturali di ampio respiro. Intorno al nostro principale obiettivo, che è la creazione di un cartellone capace di conquistarsi un grande pubblico trasversale, abbiamo tessuto fili tra loro complementari: un legame con il territorio e l’irraggiamento in ambiti sociali e geografici molto estesi. Obiettivi raggiunti grazie all’attenzione crescente di Istituzioni pubbliche quali il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Città di Torino e la Regione Piemonte, e al sostegno fondamentale di Compagnia di San Paolo e Intesa Sanpaolo.
La programmazione incornicia due maestri riconosciuti e amati come Alain Platel e Maguy Marin, ciascuno presente con due appuntamenti, e porta in Italia uno spettacolo straordinario come Golgota di Bartabas, che sfida, con i suoi cavalli, il grande ballerino flamenco Andrés Marín. Torinodanza inventa poi occasioni uniche, come l’incontro di Carolyn Carlson con Eva Yerbabuena, carismatiche danzatrici di provenienza diversissima. Lascia spazio al circo contemporaneo con la magnifica suite acrobatica degli australiani Circa, arriva in Israele con la Kibbutz Contemporary Dance Company e ospita la visionaria fascinazione estetica di Plexus. Davvero non esiste una sola danza, e il movimento celebra i propri riti andando oltre la coreografia strettamente intesa. Lo fa rivolgendosi al circo, ma anche al teatro, non solo con il primo dei due Platel: tra la fine di Torinodanza e l’inizio della Stagione della Fondazione del Teatro Stabile di Torino ecco un appuntamento condiviso, per portare per la prima volta in Italia un giovane e affermato maestro della scena cinese, Meng Jinghui. E la musica? La troviamo anche dal vivo, sempre con grande piacere, sia essa quella flamenca che accompagna Carlson e Yerbabuena, sia quella antica per Bartabas, sia quella ibrida, tra Africa ed Europa, tra classica e contemporanea, del secondo spettacolo di Platel.
La grande sfida del 2014 va oltre i confini della creazione artistica sul palcoscenico, e investe una collaborazione con la Biennale de la Danse de Lyon per presentare una performance condivisa in occasione del Défilé che la inaugura. Uno sforzo produttivo incredibile per 1000 danzatori non professionisti italiani di 21 associazioni piemontesi. L’idea è di far danzare non solo persone, ma anche marionette manipolate dagli interpreti: ed ecco allora quattro compagnie specializzate che hanno coordinato altre decine di volontari, alcuni scelti nell’area della disabilità, per la costruzione di questi straordinari “oggetti” danzanti. Il risultato spettacolare si vedrà in anteprima a Torino il 6 luglio (con tappe intermedie a Pinerolo e Fossano) per poi arrivare a Lyon il 14 settembre. Un progetto condiviso con la Compagnia di San Paolo, senza la quale non si sarebbe realizzato, iscritto in una dinamica francoitaliana che conta sull’appoggio dell’Institut Français e della Fondazione Live Piemonte dal Vivo – Circuito Regionale dello Spettacolo.
Ma sull’asse con Lyon, che vede la Città di Torino particolarmente impegnata, la collaborazione è davvero inedita e investe aspetti organizzativi e artistici, con il sostegno a varie compagnie, tra le quali quella di Ambra Senatore. Prevede inoltre, grazie anche a SNCF, un vivace dialogo turistico e sociale tra le due città, che Torinodanza incanala in offerte precise a disposizione di cittadini e appassionati di danza. Una risonanza sociale che sperimentiamo, destinata a svilupparsi nel tempo. Dal 2014 ci siamo impegnati per rendere più coerente ed efficace anche il sostegno alla danza nazionale e alle realtà piemontesi. Perciò, accanto a Torinodanza/Festival, ecco Torinodanza/Made.IT, un progetto realizzato in partnership con Interplay/14. Una rassegna che prevede tre compagnie nazionali abbinate a tre compagnie del territorio, occasione per apprezzare la crescita continua degli artisti più giovani e la risonanza internazionale di alcuni dei migliori coreografi italiani.
Infine, allargando lo sguardo a valutazioni più ampie, ci accorgiamo quest’anno di raccontare una dimensione nuova, fatta di solidarietà e partecipazione, di esigenze artistiche ma anche di fughe nel visionario. E ci allontaniamo – grazie alla generosità di tanti appassionati e all’impegno convinto dell’equipe del Teatro Stabile – da quell’aura di decadenza e isolamento del nostro tessuto sociale, che nessuno può accettare come ineluttabile.
Gigi Cristoforetti
Direttore artistico di Torinodanza festival