SIMONA BERTOZZI PRESENTA IL SUO SPETTACOLO “ANATOMIA” AL FESTIVAL TORINODANZA 2019 INSIEME AL COMPOSITORE E MUSICISTA ELETTRONICO FRANCESCO GIOMI
Per TORINODANZA 2019 debutta al Teatro Gobetti venerdì 13 settembre, alle 20.45, ANATOMIA, della coreografa Simona Bertozzi, che danza in scena insieme alla giovane Matilde Stefanini su musiche e live electronics di Francesco Giomi.
Visione teorico-compositiva Enrico Pitozzi, progetto luci e set spazio Antonio Rinaldi, voce Mirella Mastronardi. Lo spettacolo è prodotto da Nexus 2016 in collaborazione con Tempo Reale ed è inserito in MITO SettembreMusica.
LA SCHEDA DELLO SPETTACOLO
Anatomia nasce dall’incontro tra due corpi: uno biologico, quello di Simona Bertozzi, l’altro sonoro, quello di Francesco Giomi. È il diagramma dello loro linee di forza, traiettorie e dislocazioni, fenditure nello spazio e forme in cui si dispiega il tempo: un’anatomia di anime tra velocità e lentezze, accelerazioni e sospensioni. Simona Bertozzi, coreografa e interprete sensibile, articola questo pezzo sulle vibrazioni del live electronics di Francesco Giomi, compositore elettronico, direttore del centro di ricerca musicale Tempo Reale, fondato da Luciano Berio. Per Simona Bertozzi «il gesto non finisce con il mio corpo e basta. Inizia e finisce perché attraversa il mio corpo e gli altri intorno. Trasmetto e lancio informazioni che vengono captate, se non ci sono altri corpi è lo spazio che le trasporta. Tutto questo è rivoluzionario».
Anatomia è ciò che resta di questo incontro che avviene al limite dell’udibile, sul margine degli occhi, là dove si dispiegano tensioni in un continuo rapporto tattile tra la materia fisica e quella sonora. Tagliare, incidere, dissezionare acusticamente il corpo e il suo spazio per far scaturire un’immagine: tale è la potenza, l’urto di questo incontro. Ciò che resta è una scena-paesaggio, una costellazione. Per coglierne il bagliore irradiante, per sentirne la vibrazione, non basta semplicemente ascoltare o guardare, servono un occhio e un orecchio impossibili.
«Uno spettacolo inclassificabile e indimenticabile» – così lo ha definito Rodolfo Di Giammarco sulle pagine de “La Repubblica” – «Su Simona Bertozzi, come occupa la scena, si potrebbe scrivere un saggio antropologico (…). La sua grammatica si accentra nelle mani perennemente in moto che assumono geometrie vettoriali, articolazione scultoree, grafiche di cadute. Mi scopro avvinto da suo pulsare tellurico, dalla sua grazia concreta».
02_Comunicato della Compagnia di Simona Bertozzi