CRISTINA KRISTAL RIZZO PRESENTA IN PRIMA NAZIONALE IL SUO NUOVO SPETTACOLO “TOCCARE the White Dance” AL FESTIVAL TORINODANZA 2020

Per TORINODANZA 2020 debutta in prima nazionale al Teatro Carignano di Torino, lunedì 14 settembre, ore 21.00, TOCCARE the White Dance, della coreografa Cristina Kristal Rizzo che danza in scena insieme Annamaria Ajmone, Jari Boldrini, Sara Sguotti, Kenji Paisley-Hortensia sulle musiche Les Pièces de clavecin di Jean-Philippe Rameau adattate da Ruggero Laganà (Prima esecuzione musicale assoluta). Lo spettacolo è prodotto da TIR Danza in coproduzione con MITO SettembreMusica, MilanOltre Festival, Torinodanza Festival, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale.

Si rinnova con questo progetto la collaborazione produttiva tra Torinodanza Festival, MITO SettembreMusica e MilanOltre Festival. Lo spettacolo infatti nasce dal desiderio di proseguire quel percorso di ricerca tra elaborazione coreografica e musicale già felicemente sperimentato nel 2016 con Sylphidarium ideato da Collettivo Cinetico e dal compositore Francesco Antonioni e, nel 2018, con la produzione Bach Project di Aterballetto con il gruppo musicale Sentieri Selvaggi.

Creatori di questa nuova produzione, TOCCARE the White Dance, sono la coreografa Cristina Kristal Rizzo e il compositore Ruggero Laganà.  L’opera ruota intorno al tema del “toccare” che può forse sembrare paradossale in piena epoca di pandemia, ma che, nelle intenzioni della coreografa, viene esplorato come uno stato metafisico dell’essere, un gesto sensibile che esprime un’esperienza estetica e sensoriale, un’intimità emotiva prima ancora che fisica.

Toccare l’altro significa toccare tutti i possibili altri, inclusa la propria persona, significa ripensare radicalmente la natura dell’essere e del tempo. La creazione si sviluppa in sinergia con la riscrittura di Les Pièces de clavecin di Jean-Philippe Rameau a cura del compositore Ruggero Laganà, in una dimensione musicale materica e astratta, trasfigurata dal contesto iniziale, ma caratterizzata dalle qualità insite nel modello settecentesco. Il Traité de l’harmonie réduite à ses principes naturels di Rameau del 1722, preannuncia una nuova concezione della musica come linguaggio espressivo non solo delle emozioni e sentimenti individuali, ma della divina e razionale unità del mondo.

La pièce è pensata per quattro corpi danzanti più uno coinvolti in una danza senza soluzione di continuità: una composizione in puro abbandono di se stessi, una ‘danza da camera’, quasi trasparente, che mette a nudo una tecnologia fatta di precisione analitica e contrappunto dinamico. La coda del titolo, the White Dance evoca sia il famoso The White Album dei Beatles che, reduci dalla trasferta in India e dall’esperienza della meditazione trascendentale, composero nel 1968 uno degli album più variegati del gruppo, di pura sperimentazione, sia il termine Ballet Blanc, usato per indicare una particolare sezione del balletto nel quale dominano creature diafane e immateriali, rappresentate nel costume da abiti bianchi.

01_Comunicato stampa Toccare

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Foto ECHOES

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