MONOCORE - Odissea dell’immobilità #1 (2004)
 AGAR
	         Venerdì 29 e Sabato 30 ottobre  - Cavallerizza Reale ore 21
			   
Odissea dell’immobilità Il viaggio stanziale. La fuga che non trova la via. Il desiderio del distacco che non concede la separazione. Moto in luogo, l’energia si genera, si alimenta e sfocia all’interno. Perfetto/imperfetto. Contraddizione dell’ossimoro. Un immagine che ben racchiude il senso del rapporto gemellare simbiotico per eccellenza, quello che spesso devia nella malattia. La malattia della coppia, del doppio identico e diverso allo stesso tempo. #1 Monocoriale: si dice di ciascuno dei gemelli avvolti da una membrana coriale unica. Monocore: un solo cuore. Una gabbia. All’interno della gabbia due esseri viventi. Due in uno. Un mondo bifronte, dialogico, duale. Costrizione d’insieme. Un’ingombrante anomalia umana. Un vigilambulo affetto da eccesso di presenza. Isteria interna. La passeggiata del sonnambulo allo stato di veglia. Realtà isterica di due in uno. L’equilibrio è la loro salvezza necessaria. Abbandonati allo stato simbiotico di gemellarità, chiusi nello spazio ovulare della comunicazione esclusiva fraterna, i gemelli sviluppano un linguaggio sconosciuto al resto del mondo, criptofasia. Il linguaggio dei gemelli si costruisce “a due” con selezione e rinforzo dei segni che diventano significanti solo all’interno della coppia. La criptofasia è la condivisione di un codice comune elaborato inconsciamente, segreto; questo permette ai soggetti di comprendersi usando espressioni molto generiche a discapito della condivisione del codice “esplicito” caratterizzato da precisione, chiarezza e ricchezza che è fondamento della comunicazione verbale tra tutti i soggetti. scrittura bustrofedica il luogo è un campo operativo forza di accoppiamento / forza di separazione non c’è inizio né fine energia centripeta I want to change my shape I feel like an accident Si nasce soli e si muore soli perché noi no? Disperazione e angoscia si mescolano alla bestemmia, al riso, allo sberleffo, al ridicolo stesso. Depravazione, morbosità dello sguardo. Occhio/spia. Attrazione sensoriale partecipe. Riluttanti ma affascinati. Pornografia dello sguardo Per Baudelaire, nessuna bellezza sarebbe possibile senza l’intervento di qualcosa di accidentale. Sarà bello solo ciò che suggerisce l’esistenza di un ordine ideale, ultraterreno, armonioso, logico, ma che, contemporaneamente, possiede, come la tara del peccato originale, la goccia di veleno, il briciolo di incoerenza, il granello di sabbia che permette di prevedere tutto il sistema. Paola Bianchi
         Ideazione e coreografia: Paola Bianchi
	    In scena  : Paola Chiama, Paola Bianchi
	  
	     Creazione sonora  :Yann Gioria
		
		  Disegno luci: Daniel Demont 
           Realizzazione scenografia : Renato Ostorero
         Organizzazione : Alessandra Simeoni
       Monocore è il primo risultato di un progetto più ampio di creazione a 
        tappe Odissea dell’immobilità, ideato da Paola Bianchi in collaborazione 
        con Paola Chiama.
		Una nuova produzione Agar, Torinodanza, Perceuse Productions, 
        Arsenic In collaborazione con Blusuolo, Santarcangelo dei Teatri Si ringrazia 
        Luca Scarlini, Veglie in volo, Mauro Genugu 
       
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