FENÊTRES

Di e con Mathurin Bolze
Martedì 9, mercoledì 10 e giovedì 11 settembre - Teatro Astra ore 21

In Fenêtres Mathurin Bolze crea un spazio vitale interamente tridimensionale. Librandosi da un pavimento elastico usato come un trampolino, scala i muri, salta fino al soffitto e resta sospeso alle finestre. I muri diventano il suolo e c’è sempre un percorso aereo per unire due punti. Le prospettive sono modificate, la gravità è meno pesante, meno presente. Insomma, si tratta di un nuovo sguardo sulla percezione. Una reinvenzione delle interazioni con gli altri e con il mondo. La “morale” della forza di gravità è messa a soqquadro.
L’acrobazia al tappeto elastico si trasforma così in qualcosa che attraversa con grande libertà i territori delle diverse arti sceniche, dando vita a uno spettacolo che mescola la purezza del movimento a momenti di forte drammaturgia visiva e di emozionante racconto. 

Spettacolo di e con Mathurin Bolze
Compagnia Les Mains, les Pieds et la Tête aussi

Durata: 55 minuti
Collaborazione artistica: Jean Paul Delore
Scenografia: Goury
Luci: Christian Dubet
Creazione del suono, regia generale: Jérome Fèvre
Direttore di scena: Ollivier Philippo
Amministrazione: Julie Grange
Coproduzione: Centre des arts du cirque de Basse-Normandie; Etablissement Public du Parc et de la Grande Halle de la Villette; Scène nationale de Sénart; FURIES - Festival de cirque et de théâtre de rue de Châlons en Champagne; Pôle Cirque Cévennes et Languedoc-Roussillon
Con il sostegno di: Ministère de la Culture et de la Communication – DMDTS – DRAC Rhône Alpes; Region Rhône Alpes.

Approfondimenti

Presentazione del lavoro di ricerca
«Il est question des solitudes siamoises
Qui unissent Bachir à quelques uns du monde.
Sur des planètes en friches, il croise Côme,
Baron perché, et part pour des journées entières dans les arbres.
Ses explorations rencontrent d’autres voyageurs:
Marins nostalgiques, astronautes affranchis de l’apesanteur,
Plume et autre Philémon.
Il est question de nouveaux regards et d’un doux postulat:
«j’en ai marre de vivre à plat, dans ma cabane en bois,
je vivrai en volume. Ma cabane a beaucoup de fenêtres.»
Mathurin Bolze

Vedere il trampolino elastico non più come un attrezzo ma come il suolo, un dato di fatto, un postulato di partenza. A casa mia, il pavimento è morbido e rimbalza, io non vivo su di una superficie piana ma in uno spazio-volume, i muri diventano il suolo e c’è sempre un percorso aereo per unire due punti. Le prospettive sono modificate, la gravità è meno pesante, meno presente. Insomma, si tratta di un nuovo sguardo sulla percezione.
La storia di questo spettacolo si nutre di altre storie. Principalmente, quella del Barone Rampante, racconto filosofico, dove Cosimo passa la sua vita sugli alberi. Questo nuovo punto di vista implica una reinvenzione delle interazioni con le cose, con gli altri, con il mondo. Si tratta anche di una certa solitudine. Qui è la “morale” della forza di gravità che è messa a soqquadro. Niente di straordinario. E’ solo un altro tipo di ordinarietà che si basa sul seguente principio: «mi sono stufato di vivere in piano, nella mia capanna di legno vivrò nel volume».

Mathurin Bolze - biografia
Il talento di Mathurin Bolze fu scoperto grazie alla famosa “promozione Nadj” del CNAC (Centre National des Arts du Cirque), l’iniziativa che ha portato alla creazione dello spettacolo-evento Le cri du Caméléon, realizzazione emblematica e, secondo alcuni, vero e proprio atto di nascita artistica del circo contemporaneo.
Artista polivalente, Mathurin è acrobata, giocoliere, clown, danzatore; è stato attore di teatro ed è interprete di numerosi spettacoli del coreografo François Verret, ma è anche e soprattutto ‘trampolinista’. Chi ha visto lo spettacolo della compagnia Anomalie, Et après on verra bien, messo in scena da Guy Alloucherie, non può dimenticare la sua silhouette sottile che si lasciava cadere dal bordo del tappeto elastico e, tra due rimbalzi, mentre era sospeso nell’aria, si levava e rimetteva la giacca in tutta tranquillità, con somma nonchalance, in un gesto di straordinaria precisione ed eleganza. Questo quadro, chiamato da Alloucherie “il pupazzo del tappeto elastico” racchiude le molteplici sfaccettature del talento di Mathurin Bolze: l’assoluto rigore nel lavoro e nell’esecuzione della figura unite a una grazia e a una sicurezza aerea assolute, e a un sorriso, quasi ad esprimere una vena di tenera ironia riguardo a quello che sta facendo: una forma di distacco, di distanza divertita verso la difficoltà dell’impresa (le evoluzioni del danzatore Nijinsky dovevano essere qualcosa del genere). Una disciplina e una padronanza assoluta del corpo, legate a questo slancio libero, a questa incoscienza irreale che rende invisibile lo sforzo e trasforma la materia in astrazione poetica, in una precisione terribile e pressoché inquietante nella purezza del movimento, della linea e della traiettoria del corpo nello spazio.
Ritratto di Mathurin Bolze a cura di Marc Moreigne

Lunedì 8 settembre, ore 18.30
Spazio Artintown - via Berthollet, 25

Incontro con Mathurin Bolze 
a cura del Centre Culturel Français

A seguire proiezione del film Kaspar Konzert
François Verret/Sylvie Blum, INA/Arte, Francia, 2001, 26'


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