ASHES

Compagnie Dernière minute / Pierre Rigal
20 - 21 novembre 2009 - Fonderie Limone Moncalieri
coreografia Koen Augustijnen
direzione musicale Wim Selles
creato e messo in scena da Athanasia Kanellopoulou, Beniamin Boar, Chantal Loïal,
Gaël Santisteva, Grégory Edelein, Jakub Truszkowski, Ligia Manuela Lewis, Sung-Im Her
cantanti Amaryllis Dieltiens (soprano), Steve Dugardin (contralto)
musicisti Aurélie Dorzée/Barbara Erdner (violino), Gwen Cresens/
Otine van Erp (fisarmonica), Jurgen De Bruyn/Pieter Theuns (liuto), Mattijs Vanderleen (marimbas/percussioni), Saartje Van Camp/Nina Hitz (violoncello)

musiche di G.F. Handel
drammaturgia Guy Cools
consulenza sui movimenti Florence Augendre
consulenza per la musica barocca Steve Dugardin
scenografia Jean Bernard Koeman
luci Kurt Lefevre
suono Sam Serruys
costumi Dorothée Catry
in coproduzione con Theaterhaus Gessnerallee (Zürich)/La Rose des Vents (Villeneuve d’Ascq)/Théâtre de la Ville (Paris)/Brighton Festival/Theater Bonn/Torinodanza Festival/KVS (Brussel)/TheaterfestivalBoulevard (’s-Hertogenbosch) in collaborazione con Theater aan de Parade con il supporto di The City of Ghent/ Province of East-Flanders/The Flemish authorities

A partire dal 2006 Les Ballets C. de la B., il gruppo creato da Alain Platel nel 1984, ha presentato le proprie creazioni a Torinodanza, scegliendo la città di Torino come palcoscenico privilegiato per le proprie opere. La strategia artistica di questo gruppo, al cui centro c’è la figura di Alain Platel, prevede il coinvolgimento di promettenti artisti di diverse discipline e background, chiamati a prendere parte al processo creativo, e il motto della compagnia «questa danza è per il mondo e il mondo è di tutti» pone l’artista e il gesto artistico al centro della scena, specchio ustorio per le contraddizioni della società.
Ashes parla di ciò che le persone fanno o non fanno per cercare di non perdere quel che hanno raggiunto. Parla del costante dualismo della vita di ciascuno, stretta tra il desidero di trattenere le cose e la difficoltà di separarsene.
Potente metafora che racconta di qualcosa che sfugge dalle mani, qualcosa di inafferrabile, questa coreografia riflette sulla infinita capacità di rigenerazione che ognuno di noi possiede, e che avvicina l’uomo alla fenice.
Fin dal titolo, il tema principale di questa nuova creazione è la provvisorietà. Niente è per sempre. Non necessariamente questa è una sensazione negativa o triste…
Koen Augustijnen ha scelto danzatori molto diversi l’uno dall’altro per nazionalità, formazione ed espressività.
Ciascuno si muove in un modo diverso, e si approccia alla danza e alla fisicità in maniera del tutto personale. Augustijnen nel passato ha già collaborato con il compositore Wim Selles per Ernesto e Just another Landscape for some Juke-Box Money. Per Ashes hanno scelto la musica di Handel, riarrangiata.


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