RELAZIONE PUBBLICA

Cie Caterina & Carlotta SAGNA
28 novembre 2009 - Fonderie Limone Moncalieri
di Caterina Sagna
coreografie Carlotta Sagna e Caterina Sagna
incontro presentato da Daniela Bisconti
con Alessandro Bernardeschi, Claire Croizé, Lisa Gunstone, Antonio Montanile,
Mauro Paccagnella, Carlotta Sagna, Caterina Sagna
drammaturgia Roberto Fratini Serafide
costumi Tobia Ercolino
disegno luci Nuccio Marino
adattamento luci Philippe Gladieux
regia suono Carlo Bottos
in coproduzione con Théâtre de la Ville - Paris/la Biennale di Venezia/Halle aux Grains - Blois (Francia)/ Centre National de la Danse-Paris (Parigi - Francia) - si ringrazia Needcompany - Bruxelles
amministrazione e diffusione Bureau Cassiopée - organizzazione Italia Anna Damiani (PAV) in collaborazione con Spazi per la danza contemporanea / progetto interRegionale Piemonte-Lazio-Campania in collaborazione con ETI Ente Teatrale Italiano

È l’ironia l’ingrediente segreto con cui Caterina Sagna propone nel suo Relazione pubblica una riflessione metateatrale: smascherare gli altarini, gli usi e i luoghi comuni che appartengono al mondo del teatro e l’imbarazzante scarto che spesso il pubblico percepisce tra le intenzioni dell’artista, attore o regista e quanto finiamo col vedere. Fingendo di mettere in scena Amori di pietra, la Sagna costruisce uno spettacolo surreale, la cui ossatura è la finzione nella finzione e nel quale prende in giro anche se stessa, in quanto parte della macchina artistica. In un gioco ad incastri, a tratti decisamente comico, lo spettatore si trova di fronte ad una conferenza-spettacolo che si finge dibattito pubblico.
Spingendo sulla parodia del rito teatrale è possibile toccare le vette più alte di acidità e asprezza, stemperandole con battute colme di sarcasmo sull’ipocrita stato di grazia della macchina culturale: privo di idee quanto ricco di altisonanti luoghi comuni. «C’è un’ironia esplicita - scrive Giuseppe Distefano - scoperta, marcata. Si direbbe una chiara presa in giro del teatro. Della finzione che esso rappresenta. Quello di Caterina Sagna - cresciuta a contatto con Carolyn Carlson, seguace di Pina Bausch, residente e apprezzata da anni in Francia e oltre - è un teatro-danza dalla drammaturgia sempre provocatoria, una figurazione libera da canoni, cruda nei gesti, che miscela linguaggi diversi, e sempre di più orientata verso orizzonti beckettiani. E umoristici. Relazione pubblica è un intelligente, e divertente, smontaggio dei meccanismi della creazione di uno spettacolo di danza, con tutti i retroscena, di solito nascosti a noi spettatori. Inizia con una veloce e intensa sequenza di uno e più danzatori, presto troncata da una relatrice che si fa avanti con un tavolo per iniziare quella che sarà il tema della conferenza: la presentazione di quello spettacolo immaginario, Amori di pietra, da mostrare per essere venduto. Viene pomposamente spacciato come un progetto in cui si parla di vita, eros, religione, umanità».
Caterina Sagna crea una miscela di codici rendendo parte attiva di questa fusione anche lo spettatore, fondamentale e indispensabile per poter comunicare e al quale viene lasciato il compito di dare una lettura di quanto avviene sulla scena. In questo clima, dichiara la Sagna in un’intervista - «gli interpreti hanno il difficile compito di mantenere mobili i confini, astenendosi da qualunque giudizio interpretativo. Così, ogni spettatore potrà scegliere se ridere o spaventarsi e poi, eventualmente, pentirsene».


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