SONATE BACH | di fronte al dolore degli altri

Compagnia Virgilio Sieni
19 - 20 settembre 2009 - Cavallerizza Reale - Maneggio


spettacolo inserito in MITO SETTEMBRE MUSICA
coreografia e regia Virgilio Sieni
musica J.S. Bach Tre Sonate per violoncello e pianoforte (BWV 1027, 1028, 1029)
violoncello Amedeo Cicchese | pianoforte Stefania Redaelli
con Simona Bertozzi, Ramona Caia, Massimiliano Barachini, Csaba Molnàr
immagini video tratte da I cani e i bambini di Sarajevo (1994) di Adriano Sofri
costumi Giulia Pecorari
luci Virgilio Sieni
elettricista Luisa Giusti
tecnico di compagnia Edoardo Ridi
organizzazione Daniela Giuliano, Davide Grassi
coproduzione Comune di Siena - Assessorato alla Cultura / Comune di Firenze - Assessorato alla Cultura/ in collaborazione con Festival Chiassodanza/RED Festival Reggio Emilia Danza CANGO - Cantieri Goldonetta Firenze con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività / Culturali Dipartimento dello spettacolo, Regione Toscana
si ringrazia il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

In Sonate Bach – di fronte al dolore degli altri, Virgilio Sieni torna alla danza con travolgente scrittura coreografica, parlandoci del nostro tempo con un affondo che commuove per convinzione interpretativa, bravura dei danzatori, ideazione, rapporto tra musica e danza. Colpisce quanto la danza e la coreografia sappiano dirci attraverso un movimento spiazzante che si disarticola nello scheletro, un sorreggersi di corpi, il cedere nelle ginocchia dell’altro e ancora quei cerchi o quello stare tutti insieme con le braccia aperte come in preghiera, una danza organica, nutrita da un lungo lavoro di osservazione, di meditazione, fatto durante le prove sulle foto delle tragedie contemporanee.

Francesca Pedroni, “Il Manifesto”, 6 Maggio 2007

Nella danza contemporanea italiana credo che Virgilio
Sieni sia l’autore più impegnato nello scomporre e
riformulare il proprio codice di scrittura coreografica.
Attraverso questa riformulazione, che vive di un’esperienza e di un sapere “posseduti” da altre visioni, Sieni è approdato da un po’ di anni a questa parte a un suo personalissimo segno di rara e acuminata bellezza. Non solo, o non sempre, una bellezza estetica, ma più propriamente una bellezza spirituale, come spirituale è il movimento delle forme illimitate della rappresentazione artistica. Un movimento che ribadisce la sua forma insolita, al limite del simbolo, ma “che giunge direttamente all’anima e vi trova subito un’eco”; è una bellezza – direbbe Jean Genet – che ci permette di sfuggire al tempo che diciamo storico ma che è in realtà teologico.

Paolo Ruffini


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