AUGURI | Fonderie Limone – 30 settembre / 1 ottobre 2016
Fonderie Limone Moncalieri
30 settembre 2016 ore 20.45
1 ottobre 2016 ore 19.30
prima italiana
Francia
creazione Olivier Dubois
assistente alla creazione Cyril Accorsi
luci Patrick Riou
musica François Caffenne
scene Olivier Dubois
direttore tecnico Robert Pereira
danzatori Aimée Lagrange, Antonin Rioche, Aurélie Mouilhade, Benjamin Bertrand, Camerone Bida, Clémentine Maubon, David Le Thaï, Edouard Hue, Inès Hernandez, Jacquelyn Elder, Karine Girard, Loren Palmer, Mathieu Calmelet, Mélodie Lasselin, Nicolas Sannier, Sandra Savin, Sébastien Ledig, Sébastien Perrault, Steven Hervouët, Thierry Micouin, Virginie Garcia, Luciano Nuzzolese
assistente alla creazione musicale Stéphane Magnin
trascrizione Estelle Corbière
trainer sportivo Alain Lignier
Produzione Ballet du Nord – Olivier Dubois Centre Chorégraphique National Roubaix Hauts-de-France
Nord-Pas de Calais Picardie.
Coproduzione Biennale de la Danse de Lyon, Kampnagel-Hamburg, Théâtre National de Chaillot, Opéra de Lille, Grand Théâtre de Provence, Torinodanza festival, La Faïencerie-Théâtre, scène conventionnée de Creil e in via di definizione. Con il sostegno di l’Institut Français d’Istanbul e di Fonds Transfabrik – Fonds Franco-Allemand pour le spectacle vivant. Con il sostegno di Air France a titolo di mecenate e di Levi’s Spettacolo programmato in collaborazione con La Francia in Scena. La Francia in Scena, stagione artistica dell’Institut français Italia, è realizzata su iniziativa dell’Ambasciata di Francia in Italia, con il sostegno dell’Institut français e del Ministère de la Culture et de la Communication, della Fondazione Nuovi Mecenati, della Sacem Copie Privée, della Commissione europea (Europa Creativa) e del Ministero dell’Istruzione italiano, dell’Università e della Ricerca – Afam (MIUR – Afam)
In principio è la corsa: scappare, raggiungere il più velocemente possibile una direzione precisa, radunarsi, nascondersi, sgomitare, spintonare, prendere spazio, arrivare primi, lasciare gli altri dietro, lanciarsi gli uni sugli altri, fuggire il tempo e il destino.
Soprattutto il destino con i suoi misteri insondabili. Poi arriva il vento: una forza indomita, libera e ribelle che sparpaglia e ricompone, accarezza e schiaffeggia, confonde e mescola, dà vita e fa sparire in un suo disegno casuale ma inesorabile in cui le regole sono sempre sconosciute e inafferrabili. In Auguri, in prima italiana, il direttore del Ballet du Nord, Olivier Dubois, compone una partitura di movimento con 22 danzatori in cui l’invenzione e l’ispirazione creano concetti dinamici, impressioni vivide e immagini coerenti anche al di fuori della scrittura coreografica. Un paesaggio di presagi più o meno oscuri, regole ancestrali da provare a svelare attraverso atti divinatori che promettono un futuro radioso oppure minacce terrifiche che possono lasciare pietrificati. L’ornitomanzia è la lettura del volo e del canto degli uccelli: antica forma divinatoria praticata già dagli Egizi. Aquile, avvoltoi, civette, gazze, corvi, nibbi diventano scienza da leggere e interpretare. I danzatori/corridori sono generatori di ansia e di felicità, emozioni pure in balia di un destino inquieto e complesso. L’irrequietezza dialoga con gli sprazzi di serenità, gli elementi imprevedibili vanificano gli orizzonti, creando arcobaleni di conoscenza possibile, toccando tutte le sensazioni: dal terribile al meraviglioso. Tutto si compenetra nella lettura dei presagi, niente esiste più nella sua essenza, tutto è fluido e scomponibile, inafferrabile e in continua evoluzione. L’ornitomanzia si trasforma in antropomanzia, la divinazione delle viscere dei morti ma l’osservazione è sui vivi più che mai vivi, sul movimento e sul suono prodotto dai corpi danzanti in relazione con lo spazio e il tempo e con altri corpi in movimento. Osservare è tutt’uno con essere osservati in uno spostamento continuo di visione e di costruzione di nuovi orizzonti di senso. La musica genera forza poetica, esalta strumenti diversi in momenti diversi, muove misteri ed emozioni, inebria e sparisce, sfiora il divino, unisce cielo e terra in un abbraccio che si fa stretto o aperto a seconda della pulsazione che lo anima in un primitivo sentire misterioso e impalpabile.
In the beginning it was a race: running away, arriving first, fleeing from one’s fate. Then came the wind: an unruly force that scatters and reassembles. With Auguri, at its Italian premiere, Olivier Dubois has composed a score for 24 dancers in which his inventiveness creates coherent images that reach out beyond the choreography: ancestral omens to be revealed through divinatory actions against the backdrop of a bright future and terrifying threats. Restlessness converses with peacefulness, unpredictable elements neutralise horizons, creating rainbows that stretch from the terrible to the wonderful. Ornithomancy, reading omens from the flight and songs of birds, becomes anthropomancy, divination by the entrails of the dead, but observation is of the living, of movement and dancing bodies in a mysterious and intangible primordial experience.