DEBUTTA ALLE FONDERIE LIMONE MONCALIERI
2 ottobre 2014 | PRIMA ITALIANA
(Francia) – ore 21.00 | DURATA 65’
NOCTURNES
ideazione e realizzazione Maguy Marin e Denis Mariotte
interpreti Ulises Alvarez, Kaïs Chouibi, Laura Frigato, Daphné Koutsafti,
Mayalen Otondo, Ennio Sammarco
direzione tecnica e luci Alexandre Béneteaud
attrezzeria Louise Gros
realizzazione costumi Nelly Geyres con Raphaël Lo Bello
suono Antoine Garry
direttore di scena Daniel Mariotte
sviluppo programma Philippe Montémont
stagista tecnica e luci Charlie Aubry
stagista attrezzeria Louise Mariotte
ringraziamenti Michel Gros, David Mambouch, Laura Pignon
Compagnie Maguy Marin
in coproduzione con Biennale de la Danse de Lyon, Centre chorégraphique national
de Rillieux-la-Pape / Direction Yuval Pick, Festival d’Automne à Paris, Théâtre de la Bastille,
Théâtre Garonne (Toulouse), Le Parvis scène nationale Tarbes Pyrénées
La Compagnie Maguy Marin è sostenuta dal Ministero della Cultura e della Comunicazione, dalla Città di Toulouse, dalla Regione Midi-Pyrénées e riceve il sostegno dell’Institut français per i propri progetti all’estero
Da alcuni anni Torinodanza accompagna Maguy Marin, una delle coreografe più importanti del nostro tempo, artista che ha definito una propria cifra stilistica originale, conosciuta dal nostro pubblico grazie a due capolavori come May B e Salves.
La sua è una teatralità spiccata, e nei suoi spettacoli troviamo una folla di personaggi straniti e curiosi. Se le scene o i personaggi sono spesso comici, il tono generale è apocalittico, e lo spettatore resta sempre in bilico tra sorriso, stupore e inquietudine. È il nostro mondo che vi possiamo riconoscere, un paesaggio di gesti ridicoli visti da fuori, ma drammatici vissuti direttamente. Se l’universo di May B o di Salves era eccessivo ed espressionista, nocturnes è invece una lunga sequenza di piccoli sketch, assai garbati e ironici. In una scenografia scarna, assistiamo a incontri incompiuti, gesti apparentemente inspiegabili, apparizioni e sparizioni di personaggi misteriosi. Veloci e spiazzanti, le scene durano un breve istante, come istantanee di azioni rivelate da una luce improvvisa. E il mondo che ci si svela non ha nulla di rassicurante: l’apparente banalità dell’ordinario, il ridicolo di certe situazioni, il ritmo sincopato dei gesti sembrano accomunati da un pericolo incombente, sottolineato da un sordo rumore di fondo che emerge dal buio. Nonostante Marin sia entrata da tempo a pieno titolo nell’empireo dei maestri, le sue opere mantengono inalterate il sapore della sfida e la capacità di affascinare per le soluzioni estreme e per una fantasia creativa sempre scatenata.