GRUPPO SETTE+DUE
Confluenze, il progetto dell’Unione Musicale al quale partecipa Torinodanza, prosegue con una curiosa e attesa serata. Sette danzatori, accomunati dall’esperienza formativa alla Biennale di Venezia con Carolyn Carlson, si ritrovano dopo anni per un esperimento: creare uno spettacolo in una settimana di lavoro, ciascuno portando in scena il proprio universo. Tra gli altri, Ambra Senatore, giovane coreografa sostenuta da Torinodanza.
Teatro Vittoria
4 – 5 dicembre 2012 – ore 20.00
GRUPPO SETTE+DUE
CONFLUENZE 2
Confluenze: un appuntamento all’insegna dell’improvvisazione
Interpellati sul contenuto musicale e coreografico che caratterizzerà il prossimo appuntamento di Confluenze, organizzato dall’Unione Musicale al Teatro Vittoria, i protagonisti dello spettacolo hanno dato una risposta molto chiara: al momento non abbiamo idea di cosa vedrete o ascolterete. Ed è proprio così, perché sia per i danzatori, sia in parte per i musicisti, si tratterà di un’improvvisazione.
«Quello che è certo – dice il flautista Giampaolo Pretto – è che il violoncellista Claudio Pasceri e io suoneremo, in scena, musiche originali che spaziano da Bach a contemporanei come Sciarrino, Saariaho, Jolivet e Berio. Ma il programma non è ancora stabilito con precisione: abbiamo consegnato una proposta ai danzatori, che la valuteranno solo nella prima sessione di prove. E noi stessi avremo una parte di improvvisazione musicale: sto scrivendo un Concerto per flauto, violoncello e archi, e su alcune cellule tematiche di questo lavoro proporremo le nostre improvvisazioni».
Ma com’è nato il progetto? «L’idea iniziale – dice la danzatrice Ambra Senatore – era quella di ritrovarci tra ex colleghi dello Studio Danza tenuto da Carolyn Carson a Venezia, per una residenza che approdasse a un esito performativo e che desse ampio spazio all’improvvisazione. Poi è arrivata la proposta di Confluenze, e così noi sette danzatori (Natascia Belsito, Luca Campanella, Riccardo Meneghini, Maru Rivas, Ambra Senatore, Davide Sportelli e Itay Yatuv, ndr), che non ci vediamo da più di dieci anni, ci ritroveremo attorno a questo progetto. Il lavoro sarà il frutto dei nostri diversi approcci alla danza e all’improvvisazione, con momenti strutturati, che costruiremo insieme come una sorta di canovaccio, per stabilire atmosfere, qualità dei movimenti, spazi e tempi. Ma il vero spettacolo nascerà davanti al pubblico, e sarà diverso nelle due sere in cui lo proporremo».
(p.c.)